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Qualche anno fa gli Elio e le Storie Tese hanno messo in musica alcune leggende metropolitane, sfornate a ripetizione dal mitico “mio cuggino” che dà il titolo alla canzone. E l’aggettivo “mitico” non è scritto a caso. Ce lo suggerisce “Lupus in fabula” (Carocci, 255 pp., 21 euro), un interessante libro in cui il lettore è invitato a seguire il sottile ma robusto filo che unisce storie e miti dell’antichità greca e romana alle favole, alle barzellette e alle fake news circolanti ancora oggi.

Un testo colto e gradevole, nel quale, grazie agli strumenti offerti dall’antropologia, dalla filologia classica e dagli studi sul folklore, si compone una “storia di storie”, seguendo le tracce delle favole antiche giunte fino a noi con le trasformazioni e gli arricchimenti del tempo (definiti dall’autore “reinaissances”, “rinascenze”), come fiumi carsici che nei loro percorsi incrementano il contenuto di sali minerali.

Scopriamo così come l’antenata di Cappuccetto Rosso percorresse il fatale bosco già nell’XI secolo nel poema “Fecunda ratis” di Egberto di Liegi, o come Schrek sia l’“Orcus” degli antichi romani (una divinità infera) e come la storiella del mitico “cuggino”impegnato in notti d’amore con una donna morta da un paio di anni circolasse già ai tempi dell’imperatore Adriano.

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